La fuga a Brindisi del re e del governo, subito dopo la dichiarazione dell’armistizio, suscitò interesse e curiosità in una città piccola come la nostra, per la presenza di alcune tra le più importanti personalità del Paese.
Quasi tutti vennero avvistati in giro per il centro o nei negozi che, per forza di cose, erano costretti a frequentare, fatta eccezione per il re Vittorio Emanuele III, che condusse sempre una vita molto ritirata incontrando pochissima gente e limitando le uscite alla sola passeggiata mattutina nei viali vicini al Castello Svevo.
Una delle sue rare apparizioni pubbliche fu in occasione della messa celebrata dall’arcivescovo De Filippis, in un hangar dell’aeroporto militare di Brindisi.
Era il 10 dicembre 1943, e si tenevano le celebrazioni in onore della Madonna di Loreto alla presenza del re, accompagnato dal gen. Sandalli, dal principe Umberto ed altri, e, durante l’omelia l’arcivescovo, oltre ad esprimere solidarietà per le vittime della guerra, ebbe parole di conforto anche per il sovrano, in ansia per la sorte della figlia Mafalda, che fu uccisa solo pochi giorni dopo.